Nella presentazione l'autrice definisce il suo romanzo “esoterico”, ma quanti sono in grado di attribuire al termine la sua reale valenza? Io, ad esempio, non lo ero. Sono stata attratta dalla magia evocativa dell'aggettivo, ma lo associavo a credenze di natura irrazionale.
In realtà il vocabolo deriva dal'unione di esoteros (interno) ed eikos, una locuzione che sta per “è naturale”. Il significato è quindi esattamente l'opposto di quanto credessi. L'esoterismo, infatti, è la scienza che attraverso l'introspezione porta alla riscoperta di noi stessi, della conoscenza della nostra natura interna, della verità. Il termine apparve per la prima volta in lingua francese nel 1828 e da allora molti scrittori si sono cimentati con la letteratura esoterica interpretandola tuttavia in maniera personale, restringendo o allargando il campo semantico del termine a seconda delle esigenze. Anita Borriello, il cui scopo era scrivere un romanzo e non un trattato filosofico, appartiene ad una corrente trasversale ed attinge un po' da tutti. Il risultato è per altro più che discreto...
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