Stavo buttando giù la scaletta degli Speciali di Brûlant da scrivere per il blog de "l'Atelier di una lettrice Compulsiva" e quando sono arrivata a quello intitolato "Christian e Brigitte" mi son dovuta fermare un attimo.
Ci sono cose che non sono facili da dire durante le interviste e quando l'ho ammesso nell'ultima presentazione al Comune di Marcellina mi sono dovuta trattenere non poco.
Il ricordo è ancora lì, fermo a tredici anni fa ed è uno di quei ricordi che sebbene non emergano quotidianamente ti segnano nel profondo e ti fanno capire quanto effimera può essere la vita.
Di cosa diamine stai parlando?
Semplice, sto parlando della scelta del nome Christian per il mio protagonista maschile.
Alcune persone si sono lamentate in privato di questa scelta, secondo loro essendo Brûlant un romanzo neo-pagano la scelta di un nome del genere era una mera provocazione che potevo risparmiarmi.
Chi mi conosce sa quanto io sia polemica, polemica sì, provocatrice no.
Così come Brûlant è in onore di tutte quelle donne mandate al rogo per stregoneria, Christian è in onore di una persona che è passata dall'altra parte troppo presto.
Il ragazzo in questione era un giovane di 19 anni di Montalto di Castro morto in un incidente stradale, per me... era un buon amico.
Chi mi conosce sa quanto io sia polemica, polemica sì, provocatrice no.
Così come Brûlant è in onore di tutte quelle donne mandate al rogo per stregoneria, Christian è in onore di una persona che è passata dall'altra parte troppo presto.
Il ragazzo in questione era un giovane di 19 anni di Montalto di Castro morto in un incidente stradale, per me... era un buon amico.
La sera prima lo avevo salutato con un banalissimo "Ci vediamo settimana prossima".
Non l'ho più rivisto ma non l'ho nemmeno dimenticato, quando ho iniziato a scrivere e mi sono chiesta "E lui come vuoi chiamarlo?" nella mia mente si è formata un'unica immagine, quella di Christian nella bara con la bandana in testa che gli avevano messo per coprire i segni dell'incidente.
Non l'ho più rivisto ma non l'ho nemmeno dimenticato, quando ho iniziato a scrivere e mi sono chiesta "E lui come vuoi chiamarlo?" nella mia mente si è formata un'unica immagine, quella di Christian nella bara con la bandana in testa che gli avevano messo per coprire i segni dell'incidente.
E così è stato.
Glielo dovevo soprattutto perchè da quell'aprile è cambiato tutto, io non ero più la stessa di prima ed è proprio per lui che ho iniziato i miei studi privati sullo spiritualismo e sulla metempsicosi.
E' per te, per ringraziarti.
Glielo dovevo soprattutto perchè da quell'aprile è cambiato tutto, io non ero più la stessa di prima ed è proprio per lui che ho iniziato i miei studi privati sullo spiritualismo e sulla metempsicosi.
E' per te, per ringraziarti.
Che tu sia benedetto Crì, un abbraccio.
Lui sarà sicuramente orgoglioso di te sorella mia, non te lo scordare mai!
RispondiEliminaGrazie Dike, un abbraccio di luce.
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